Leishmaniosi

Leishmaniosi, di cosa si tratta?

La Leishmaniosi è una malattia di carattere grave che può colpire sia il cane, e assume il nome di Leishmaniosi viscerale, sia l’uomo, e viene chiamata Leishmaniosi cutanea, mucocutanea oppure viscerale. Si tratta della terza malattia trasmessa da vettori più diffusa nel mondo, la quale si manifesta con una grande varietà di sintomi clinici, più o meno gravi a seconda del grado di contagio e della degenerazione della malattia.

Come avviene il contagio della Leishmaniosi? La malattia è veicolata dai pappataci, insetti che vengono comunemente chiamati così perché assumono un comportamento ‘pappa e taci’, ovvero si avvicinano alla loro vittima in modo molto silenzioso e la pungono, veicolando il microrganismo protozoo che è responsabile della comparsa della malattia. I nostri amici a quattro zampe fungono in questo caso da ospiti della malattia e non esiste modo di trasmetterla da cane a uomo, perché il veicolo è sempre e comunque il pappatacio.

Pappataci, di cosa si tratta?

LeishmaniosiPer conoscere a fondo la Leishmaniosi è importante conoscere i pappataci e capire come è possibile difendersi dalla loro presenza. I pappataci sono scientificamente chiamati flebotomi e sono nella pratica degli insetti molto piccoli e alati, che assomigliano molto alle zanzare. Si tratta di insetti particolarmente silenziosi e che si muovono in modo strano quando attaccano l’uomo o gli animali. La loro silenziosità li rende inavvertibili e, per questo motivo, è difficile comprendere la loro presenza fino a quando i soggetti non sono stati punti, anche perché sono minuscoli nelle loro dimensioni. I pappataci amano la vita notturna e vivono in molte aree dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa. A causa dei cambiamenti climatici, questi insetti si sono diffusi in tutte le regioni d’Italia, anche in quelle che un tempo erano considerate essere troppo fredde e asciutte per loro. Si tratta quindi di un insetto diffusissimo, che fa la sua comparsa nelle stagioni calde e vi rimane fino all’arrivo dei primi freddi.

I pappataci possono essere contrastasti in modo efficace, attuando delle azioni preventive, che si propongono indispensabili per evitare il contagio della Leishmaniosi nei cani e anche la puntura negli esseri umani, che risulta molto dolorosa e pericolosa soprattutto nei bambini, che vengono considerati i soggetti più appetibili da questi fastidiosi insetti.

Come difendersi?

Difendersi dalla presenza dei pappataci è possibile, ma è necessario seguire alcune procedure che richiedono di curare con attenzione gli spazi esterni e interni della nostra abitazione. I pappataci si cibano di materiale vegetale organico, soprattutto di residui che vengono lasciati nel terriccio. Con l’arrivo della primavera, è quindi indispensabile pulire con cura il giardino e ogni spazio esterno all’abitazione, avendo l’accortezza di liberare il terreno dalle foglie secche e dai residui che con l’inverno e l’umidità sono marciti. In questo modo gli spazi verdi possono essere mantenuti puliti e i pappataci non trovano un habitat a loro favorevole.

Al contempo, è fondamentale che gli spazi acquatici siano protetti con reti, soprattutto quelli stagnanti, perché i pappataci possono impiegarli sia per abbeverarsi sia per deporre le uova. Questa procedura aiuta a difendersi anche dalle zanzare che sappiamo amano le zone acquatiche, soprattutto quelle paludose e stagnanti.

Pappataci e LeishmaniosiLa prevenzione contro i pappataci può proseguire con la pratica di tenere sempre pulito e ordinato il giardino, ma anche il terrazzo e i patii, tagliando i rami secchi delle piante e buttando il fogliame che è secco oppure marcito. In questo modo si fa bene all’ambiente, che può rigenerarsi, e si protegge la casa dall’avvento degli insetti. Per scongiurare l’arrivo dei pappataci può essere utile altresì piantare delle piante che emanano un odore e un profumo sgradito agli insetti, quali il geranio, l’incenso e anche la citronella.

Le azioni esterne chiedono di essere accompagnate da una prevenzione che interessa le aree interne della casa. Le tende, i cuscini e anche tutta la biancheria che si trova nella cuccia del cane deve essere lavata con cura se si avverte la presenza di pappataci e può essere impiegato uno spray naturale creato con acqua e olio essenziale di neem, geranio e di tea tree che risulta particolarmente sgradito ai pappataci da spruzzare sui tessili. La biancheria da preferire è quella realizzata in cotone, soprattutto le coperte e i cuscini destinati ai cani, perché queste fibre naturali possono essere sanitizzate alle alte temperature durante il lavaggio, le quali disinfettano i capi e possono quindi uccidere le eventuali uova dei pappataci.

La luce e l’aria fresca sono le nemiche numero uno dei pappataci, quindi gli ambienti interni devono essere aerati con cura e le finestre devono essere aperte per almeno un’ora e più durante il corso della giornata. In questo modo l’aria ricca di ossigeno e la luce forte del sole possono distruggere le uova e uccidere gli esemplari adulti che si sono annidati all’interno dell’abitazione. Se il cane vive in una cuccia dislocata in una zona umida e oscura è ideale spostare la sua sede durante il periodo estivo, perché si tratta di un habitat troppo favorevole per la proliferazione dei pappataci.

Per proteggere gli ambienti interni dai pappataci è utile pensare all’introduzione delle zanzariere, strumenti decisamente ecologici, che bloccano l’ingresso a questi sgraditi insetti. Le zanzariere devono avere una maglia molto fine, giacché i pappataci sono insetti molto piccoli e potrebbero entrare se le maglie della zanzariera fossero troppo larghe. Le zanzariere possono quindi essere impiegate nelle porte di ingresso e nelle finestre e, perché no, montate anche sulla cuccia del cane se essa è dotata di finestrelle per l’aerazione.

Un altro importante gesto da attuare per prevenire l’attacco dei flebotomi è quello di non portare il cane a passeggio nelle calde serate estive e di evitare in assoluto le zone che sono vicine a corsi d’acqua, soprattutto se stagnanti. Anche in città, i ruscelli e i canali sono infatti le zone dove i pappataci vivono e proliferano, in quanto sono spesso ricche di materiale organico di cui si nutrono. Meglio quindi far alloggiare il cane al sicuro dentro casa durante le serate estive, ed evitare di portarlo fuori nelle ore notturne se la serata è particolarmente calda e umida per evitare che venga punto.

Leishmaniosi, dove è diffusa?

Ora che abbiamo compreso i metodi pratici e meccanici per prevenire il contagio da Leishmaniosi, è ideale conoscere quali sono le zone di contagio e anche come agire sui nostri amici a quattro zampe, per capire i sintomi e attuare le giuste cure preventive contro la malattia. La Leishmaniosi è una malattia che generalmente si incontra nelle zone tropicali e sub-tropicali ma che è ampiamente distribuita nelle zone del bacino del mediterraneo e nelle isole. Sappiamo bene che il clima è molto cambiato negli ultimi anni, proponendo estati più lunghe, ma soprattutto più umide. Il clima umido e piovoso è infatti ideale per la proliferazione dei pappataci, quindi la Leishmaniosi si è diffusa in molte regioni d’Italia che non la conoscevano, con focolai anche gravi nelle grandi città, a causa del facile contagio che può avvenire mediante la trasmissione veicolata dagli insetti.

Quali sono i sintomi nel cane?

La Leishmaniosi è una malattia dal carattere cronico, che interessa quindi tutto l’organismo dell’animale e che dimostra un periodo di incubazione che può essere variabile da alcuni mesi fino a qualche anno. Non tutti i cani si ammalano infatti in modo immediato di questa patologia, ma se entrano in contatto con una puntura infetta rappresentano un serbatoio pericoloso perché i pappataci che possono pungerli sono anche in questo caso veicolanti della malattia, che può quindi diffondersi in altri animali e anche nell’uomo.

La malattia può dimostrare una sintomatologia grave o anche una forma quasi inapparente e si manifesta in ogni tipologia di cane. Questo significa che non esistono razze di cani che sono più soggette a contrarre la Leishmaniosi, così come non esistono esseri umani che sono più portati a svilupparla una volta ricevuta la puntura di insetto.

Sintomi Leishmaniosi caneI principali sintomi clinici della Leishmaniosi vanno innanzitutto letti nelle lesioni cutanee, vero cruccio di questa malattia. Le lesioni cutanee si dimostrano con progressiva rarefazione del pelo, ovvero con l’alopecia che può interessare molte zone del corpo, ma che solitamente si concentra nel musetto, nelle orecchie e nella zona delle zampe. La lesione della pelle porta ad un’intensa desquamazione secca, alla comparsa di ulcere e anche alle erosioni. Si tratta di un problema dalla natura duplice, perché il cane colpito da lesioni è naturalmente indotto a leccarsi le ferite, veicolando ancor più l’infezione e peggiorando lo stato di salute della pelle e del manto del pelo. Il cane colpito da Leishmaniosi manifesta perdita di peso che può avvenire in modo repentino oppure lento, e anche inappetenza. Questi sintomi si associano alla epistassi, ovvero alla fuoriuscita del sangue dal naso, che è sintomatica della presenza di ulcere e lesioni che hanno colpito la mucosa nasale. I linfonodi del cane colpito da Leishmaniosi si ingrossano e solitamente la malattia porta anche alla comparsa di gravi lesioni oculari.

Gli ultimi e gravi sintomi della Leishmaniosi vanno letti nella zoppia, che si manifesta a causa dell’indebolimento delle ossa e dell’apparato muscolare, nell’anemia in quanto la Leishmaniosi si veicola attraverso il sangue e nell’insufficienza renale. Il cane malato manifesta inoltre problemi legati al tratto gastrointestinale, che possono sfociare nella diarrea. Un ultimo sintomo caratteristico della Leishmaniosi va letto nella onicogrifosi, ovvero nell’ispessimento enorme e fuori dal normale delle unghie.

Leishmaniosi, quale terapia?

Abbiamo potuto comprendere, leggendo i tremendi sintomi, che la Leishmaniosi è una malattia molto grave, che può portare al deperimento del cane e anche al suo decesso. Purtroppo non esistono cure farmacologiche contro la Leishmaniosi, anche se un vaccino sta per essere sperimentato nel nostro presente. Studi clinici sulla sua validità non sono però ancora stati emanati, quindi la scelta migliore per proteggere il cane dalla malattia consiste in una forte e accurata azione preventiva. In che modo è possibile proteggere i nostri amici cani dalla Leishmaniosi?

Terapia leishmaniosiPer prevenire il contagio è importante sottoporre il cane ad una profilassi, ovvero trattare l’animale con prodotti ad azione repellente nei confronti dei pappataci. Si tratta di prodotti che sono disponibili in spray, in olio, in flaconi, pipette e anche creme che devono essere autorizzati per la riduzione del rischio della trasmissione della malattia. Chi ricerca una protezione antiparassitaria può chiedere consiglio al veterinario di fiducia e anche al farmacista, per potersi dotare di un prodotto che sia ideale alla tipologia del proprio cane e che tenga conto delle sue abitudini e del suo stile di vita.

Un’attenzione particolare va riservata alla metodologia di somministrazione degli antiparassitari, in quanto si tratta di prodotti che possono avere una durata variabile da un mese fino a sei mesi nei casi di alcuni particolari collari. È utile annotare la data durante la quale è stato somministrato il farmaco, per essere sicuri di poter contare su un arco certo di protezione temporale. Se il farmaco viene per esempio somministrato il primo del mese e ha una durata mensile, è importante ricordarsi di applicarlo nuovamente all’inizio del mese successivo e di impiegarlo anche nei mesi autunnali e primaverili se si dimostrano essere particolarmente caldi o umidi.

È infine utile sapere che esistono anche degli antiparassitari di origine naturale. Si tratta di preparati che includono l’uso di oli essenziali come il geranio, il neem e il tea tree, la cui efficacia non è però riconosciuta dalla comunità medico-scientifica e può risultare troppo debole, soprattutto se la famiglia vive in una zona dove i pappataci sono diffusi e c’è la presenza di casi di Leishmaniosi diffusa. I rimedi di prevenzione naturale non possono inoltre assicurare il cane nel corso del tempo e chiedono di essere applicati giornalmente per avere una certa efficacia. La domanda da porsi è quindi la seguente: è utile proteggere il cane con metodi naturali che non lo assicurano dal contagio? E ancora: sono in grado di ricordare di spruzzare il prodotto tutte le sere senza dimenticarmene? Si tratta di domande doverose, che potrebbero salvare la vita ai nostri amici a quattro zampe e che chiedono quindi di essere valutate con attenzione per dare vita ad un prevenzione seria ed efficace contro la Leishmaniosi.